100x150x4,5 cm
Museo Diocesano Gubbio PG - Sulle orme di Francesco, Piccola Collettiva di Arte Sacra, 2024
Sono un pittore e scultore italiano, con sede a Francavilla al Mare e a Roma. Le mie opere sono state esposte in prestigiosi eventi d’arte a Venezia (La Biennale di Venezia 2017), Firenze, Napoli, Milano, Roma, così come all’estero a Dubai, New York, Miami, Parigi, Liverpool, Amsterdam. Intendo l’arte come strumento per sensibilizzare la società sull’emergenza climatica, l’inquinamento, la globalizzazione ma anche per stimolare l’animo umano ad una riflessione più interiore e profonda sul tempo, la coscienza e l’etica dell’uomo contemporaneo.
Ho creato uno stile unico e riconoscibile che ho chiamato Decostruzione concettuale: con frustate di colore rompo e scompongo oggetti simbolici, per decostruire i concetti su cui voglio destare criticità e riflessione. Da qui nasce la mia Decostruzione concettuale. L’orologio simbolo del tempo meccanico, dello stress, diventa solo un ammasso di ingranaggi non funzionanti che restituiscono il tempo dell’anima, della natura. Distruggo metaforicamente le nanoparticelle tossiche dell’aria per mostrare all’uomo fin dove si è spinto a inquinare il pianeta.
Fra le mani mi rigiro una foto dei miei vent’anni, sudata come l’asso nella manica di un giocatore. 1974. Il tempo, col sole, filtra e sguazza anche lì dentro, sguazza su di me, scorpione intrappolato in quella goccia d’ambra. I blue jeans finalmente stinti, felpa Adidas color aragosta, e baffoni da vecchio al profumo di Mediterraneo.
Intendo orientare la riflessione dell’uomo sulla propria coscienza, quella parte di sè che è continuamente in tumulto, sollecitata da un marasma di stimoli esterni, chiamata a scegliere senza tregua fra posizioni diverse, fra fazioni in lotta, fra il bene e il male, fra la guerra e la pace, fra l’accoglienza e l’espulsione, fra l’onestà e la corruzione. La coscienza sempre fluttua, veloce e inarrestabile, verso una sempre più profonda conoscenza di sè.
Nell’attuale società assistiamo ad un crescente abuso di farmaci, droghe e fumo. L’inquinamento dell’aria, delle acque e della terra sta diventando sempre più devastante. Voglio che l’uomo rifletta su questa contaminazione generale per recuperare uno stile di vita più salubre e una maggiore sensibilità per salvaguardare la nostra e le future generazioni.
L’uomo contemporaneo rincorre di continuo il tempo: le comunicazioni sono sempre più veloci, il lavoro stressante, gli obiettivi sempre più alti. Una vita frenetica alla ricerca di valori effimeri. Il tempo meccanico. Voglio che l’uomo si fermi: riscopra il suo tempo naturale e rifletta su ciò che è veramente importante per raggiungere la felicità. Il tempo dell’anima.
La globalizzazione ci pone di fronte ad un pensiero sempre più uniformato, gusti alimentari omogenei, un’economia accentrata. Si perdono le diversità, si accentuano le disparità. Voglio che l’uomo recuperi la forza del pensiero critico, l’originalità creativa, la bontà dei sapori, la bellezza delle diversità.
La pandemia da Covid-19 ha ridotto la libertà di movimento dell’uomo, con ripercussioni sui rapporti sociali, economici, psicologici. In situazioni così difficili della nostra società globale, la scienza deve essere l’unico faro di riferimento per riprenderci quanto prima la nostra vita! Le opere rappresentano un “segno” per le future generazioni affinchè non dimentichino questa lacerata contemporaneità!
Compongo un inno alla vita. Sulla tela un orologio viene scomposto nei suoi ingranaggi. Alcune “frustate” di colore colpiscono e arrestano l’orologio, simbolo del tempo meccanico e della sua frenesia, per recuperare un tempo naturale, il ritmo della vita. Dagli ingranaggi decostruiti infatti, si sprigionano e si mescolano vivaci colori che esprimono l’energia dirompente, la potenza e il fascino della vita. Anche nei tempi più bui, nel tempo del covid, delle guerre, delle dittature, delle più cruenti violenze, l’istinto alla vita urla dal cuore, ruggisce, protesta; la vita si ribella alla morte, è la gioia che canta dove è imposto il silenzio, è la speranza che non muore sotto le macerie della distruzione; la vita si veste di gioia e illumina le notti più buie, porta il carnevale negli inverni più freddi, accende di danze le piazze più vuote. Celebro così la vita con un inno a colori, che grida con gioia “Viva la Vida!”
Museo Diocesano Gubbio PG - Sulle orme di Francesco, Piccola Collettiva di Arte Sacra, 2024
Primo premio (Contemply Italian Pavilion), New York, Stati Uniti, 2018
Primo premio sezione pittura, Roma, Città del Vaticano, 2017
Pescara, Italia, 2022
Amsterdam, Paesi Bassi, 2018
Museo Diocesano Gubbio PG - Sulle orme di Francesco, Piccola Collettiva di Arte Sacra, 2024
Roma, 2021
Milano, Italy I vestiti nuovi dell'imperatore, un'estetica Diloretiana
Polychromia 2023 – Studio Byblos Publishing House, Italy
Italia, 2022